La valutazione del nesso causale nella responsabilità medica
La Corte d’Appello di Roma, con la Sentenza n° 280/2018, pubblicata in data 16 Gennaio 2018, si è pronunciata in un particolare caso di responsabilità medica, valutando la sussistenza del nesso causale in ordine alle conseguenze dannose di una infezione contratta da un paziente durante il ricovero nel reparto ospedaliero.
I Giudici di Seconde Cure hanno confermato la condanna di Primo Grado dell’Azienda Sanitaria locale al risarcimento del danno subito dal paziente, mancando la prova dell'adozione da parte della struttura ospedaliera di procedure e protocolli idonei ad evitare l’esposizione e, quindi, l’insorgenza dell’infezione che ha determinato il danno subito dal degente.
In tema di responsabilità medica, il Giudice deve, in via preliminare, verificare il rapporto tra l’omissione di una condotta prescritta dal protocollo sanitario (o che nel protocollo avrebbe dovuto essere prescritta) e il verificarsi dell’evento dannoso.
Nell'ambito di tale accertamento, in particolare, il Giudice deve accertare se quella condotta doverosa per la struttura e/o per l’esercente la professione sanitaria, laddove fosse stata tenuta nel caso concreto, avrebbe potuto impedire l'evento dannoso.
In conclusione, per l’accertamento del diritto al risarcimento del danno deve sempre essere positivamente valutata la (necessaria) sussistenza del nesso causale tra il comportamento del sanitario e/o della struttura e il pregiudizio subìto in concreto dal paziente
La responsabilità della struttura sanitaria e la valutazione del nesso causale